By David Swanson
You are beautiful. We are all Vicentini.
L’ambasciata americana ha chiesto a me ed a tutti gli americani di non venire qua in questi tre giorni. Ma il presidio permanente ci ha invitato. Tra il nazionalismo e la giustizia e’ stato molto facile sciegliere.
Voglio ringraziare il Presidio permanente e il movimento No Dal Molin per avermi incluso, insieme a Desiree Fairooz e Eve Tetaz, in questa bellissima mobilitazione. Siete un’ispirazione per tutti noi che viviamo in quello che il governo statunitense chiama la “homeland.”, la patria. Se il popolo statunitense avesse idea della vostra esistenza, vi abbraccerebbe e sosterrebbe la vostra lotta.
Luttwak non parla per noi. In fatti fino a ieri non l’avevo mai sentito nominare. Invece di ascoltare l’ambasciata americana, io chiedo ad ogni soldato americano a Vicenza di non obbedire a ordini che violano il diritto internazionale e di non andare piu’ in Iraq. Dico insieme a voi: Americani A Casa!
La causa contro gli abusi imperialisti fa parte della nostra tradizione. Vivo nella citta’ natale del nostro terzo presidente, Thomas Jefferson, il quale ha costruito la sua casa in stile palladiano e l’ha chiamata Monticello. Nel 1776 Jefferson ha scritto un elenco di accuse contro il Re George di Inghilterra. Lo stesso potrebbe essere letto oggi da parte dell’ 80% delle nazioni del mondo contro l’attuale Re George degli Stati uniti d’America.
Jefferson ha scritto: Egli ha creato una moltitudine di nuove cariche, ha inviato in questo paese nugoli di funzionari destinati a tormentare il nostro popolo e a divorarne gli averi.
Egli ha mantenuto fra di noi, in tempo di pace, eserciti stanziali senza il consenso dei nostri Corpi legislativi….e ha acquartierato grandi corpi di truppe fra noi.
Jefferson ha chiamato questa lista la Dichiarazione di indipendenza. La commemoriamo ogni 4 di luglio. Ma da ora in poi, io seguiro’ l’esempio dei vicentini e festeggero’ una dichiarazione di indipendenza dalle basi militari.
Perche’ neanche noi, nella cosidetta Homeland, siamo liberi da questa minaccia. Infatti, ora abbiamo, oltre all’ esercito statunitense anche le societa’ mercenarie che invadono le nostre citta’ per costruire le loro basi. Questa settimana, in una cittadina della California, la gente per ora e’ riuscita a far rimuovere gli ufficiali che sostenevano la Blackwater nella costruzione di una nuova base.
Quindi, fermare una base si puo’, e perfino gli statunitensi, che sanno ben poco delle loro 1000 basi fuori dal territorio nazionale riescono a bloccarne una.
Nonostante l’ignoranza imposta dai media mainstream, la maggioranza degli statunitensi vogliono vedere la fine immediata dell’occupazione dell’Iraq, tagliare le spese militari, e investire nella diplomazia e negli aiuti umanitari. Il popolo statunitense si unisce al popolo italiano. Siamo con voi contro il rapimento di Abu Omar da parte della CIA su suolo italiano. Siamo con voi contro i militari che sparano sui civili, come Giuliana Sgrena, ai checkpoint in Iraq. E siamo con voi contro tutto quello che comporta una base militare come il Dal Molin.
Ma non possiamo bloccare il nostro impero senza il vostro aiuto. Insieme lo possiamo fare!
Ai suoi tempi Jefferson ha detto, di Re George “ad ogni stadio di questi soprusi, noi abbiamo inviato petizioni, redatte nei termini piĆ¹ umili, chiedendo la riparazione dei torti subiti, le nostre ripetute petizioni non hanno ricevuto altra risposta che ripetute offese.”
A maggio di quest’anno, rappresentanti del Presidio permanente sono venute a Washington per richiedere riparazioni con umilta’ ma anche con forza e determinazione. Il Congresso statunitense ha invece approvato altri fondi per la base. E tuttavia poche persone sono consapevoli della questione. Pero’ tutti sanno dell’Iraq e sono contrari all’occupazione. Il nostro Congresso infatti ha passato una legge che vieta la creazione di basi in Iraq ma nonostante questo il nostro Re George va avanti a costruirle. E sappiamo dei crimini commessi da George W. Bush.
A maggio, Cinzia e Thea si sono incontrate con il congressista Dennis Kucinich, l’unico ad aver preso una posizione chiara contro la base. Dopo aver introdotto una risoluzione per l’ impeachment di Dick Cheney, cioe’ processarlo e rimuoverlo dall’ incarico, questa settimana ha detto che sta preparando una simile misura contro George W. Bush. La maggioranza degli statunitensi sono a favore dell’impeachment, pero’ pochissimi nel congresso hanno il coraggio di intraprendere azioni concrete.
Dovrebbe essere una storia nota per voi. Quindi, diciamo, uniti alla gente di Vicenza, e chiediamo a voi di unirvi a noi nel dire anche al Congresso statunitense, basta parole, ora ai fatti!
Ora dite una parola in inglese con me: impeach impeach impeach.